Il barbone di Siviglia

Destinatari: pubblico di piazza

Il barbone di Siviglia nasce molti anni fa quando in treno giravo l’Europa facendo il madonna. Il viaggio venne bruscamente interrotto in Spagna a Siviglia dove, il poco che avevo, mi venne rubato proprio mentre con lo scotch di carta creavo la cornice per iniziare un nuovo disegno. Senza più niente e preso da disperazione iniziai ad elemosinare.  A sedici anni però come barboni non si è credibili.  Racimolai unicamente un giornale quotidiano…  un francese mi diede il suo “Le figaro” tutto qua.   Ma ecco la sequenza di pensieri associativi che si impossessarono di me in quel frangente: “le figarò”… Figaro… il barbiere di Siviglia… il factotum della città… io italiano come Rossini.

Presi scotch – l’unica cosa che mi era rimasta – e fogli di “le figarò”, arrotolai e “scotchai” fino a che prese forma e si materializzò: il barbone di Siviglia. Il fantoccio della città… Figarò! Animarlo e muoverlo alle elemosina era un piacere. La gente addirittura applaudiva: era diventato uno spettacolo.  Si fermavano apposta per essere avvicinati dal barbone di Siviglia e dare, come dicevano loro, “il giusto compenso all’artista”. Era chiaro. Il mio futuro sarebbe stato il teatro di figura. Presi più soldi in quel frangente che in qualsiasi altro lavoro avessi mai fatto.

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Il Barbone di Siviglia

di e con Giorgio Gabrielli

intrattenimento ambulante con fantoccio da elemosina